Una scoperta geologica colossale potrebbe proiettare la Norvegia al rango di potenza strategica in Europa nei confronti della Cina. Sotto le montagne della Norvegia meridionale, un giacimento inaspettato potrebbe ridisegnare le carte della sovranità mineraria europea. Mentre la transizione energetica accelera e la dipendenza dell’Europa dalla Cina diventa un tema scottante, una scoperta importante sconvolge l’equilibrio. La Norvegia, più nota per i suoi fiordi che per le sue risorse minerarie, ha appena rivelato un giacimento colossale di terre rare stimato in 8,9 milioni di tonnellate. Questo tesoro, nascosto nel sottosuolo della regione di Fensfeltet, potrebbe segnare una svolta strategica per l’Unione europea.
Perché questa scoperta cambia tutto
Le terre rare comprendono 17 elementi essenziali per la produzione di tecnologie moderne: magneti per motori di auto elettriche, componenti di turbine eoliche, schermi, batterie, ma anche attrezzature militari. Questi metalli sono ovunque… ma poco accessibili.
E soprattutto, la Cina detiene un quasi monopolio, con quasi il 70% della produzione mondiale. La scoperta di un tale volume in Europa è quindi un segnale forte: l’autonomia strategica dell’UE potrebbe finalmente diventare realtà.
Una bomba geologica in un vulcano addormentato
Il giacimento scoperto si trova su un’antica formazione vulcanica situata nel complesso di Fen, nel sud della Norvegia. Un sito tanto sorprendente quanto eccezionale. Il gruppo minerario incaricato delle esplorazioni vi lavora da anni, ma solo di recente è stato confermato il potenziale: si tratta del più grande giacimento conosciuto in Europa fino ad oggi.
Supera persino, in volume, quello recentemente identificato a Kiruna, in Svezia, all’inizio del 2023.
Una sfida energetica e industriale importante
Questo giacimento arriva al momento giusto. In Europa, la domanda di terre rare sta esplodendo con il boom delle tecnologie “pulite”. Tuttavia, quasi il 98% delle importazioni europee proviene dalla Cina.
Questo squilibrio è preoccupante, soprattutto in un contesto geopolitico teso.
La scoperta norvegese consentirebbe di:
- Ridurre la vulnerabilità europea di fronte alle tensioni internazionali
- Garantire l’approvvigionamento di materiali critici
- Favorire la rilocalizzazione di alcune filiere industriali strategiche
L’Europa si organizza per non dipendere più da Pechino
Con i giacimenti svedesi di Kiruna e ora quello di Fensfeltet, l’Europa si dota finalmente di armi geologiche per riprendere il controllo delle sue catene del valore. L’obiettivo? Creare una filiera mineraria verde, localizzata e resiliente, dall’estrazione alla raffinazione, fase ancora largamente dominata dalla Cina.
Ma attenzione, c’è ancora molto da fare. Perché possedere un giacimento è una cosa. Sfruttarlo nel rispetto dell’ambiente e in modo redditizio è un’altra.
Sfide ecologiche inevitabili
L’estrazione delle terre rare non è priva di conseguenze. Può generare:
- Polveri tossiche
- Un elevato consumo di acqua
- Rischi di inquinamento radioattivo
La vera sfida sarà quindi quella di estrarre senza distruggere. Le autorità norvegesi ed europee vogliono puntare su processi meno inquinanti, sostenuti dall’innovazione. Un progetto complesso, ma necessario per allineare le ambizioni industriali e gli impegni ecologici.
Un effetto domino per l’economia europea
Questo giacimento potrebbe trasformare non solo l’industria mineraria, ma anche tutta una serie di settori chiave: automobilistico, elettronico, della difesa, delle energie rinnovabili…
- Stabilizzazione dei prezzi dei metalli critici
- Creazione di posti di lavoro locali nell’estrazione, nella trasformazione e nella logistica
- Stimolo agli investimenti nella ricerca e nell’innovazione
Un’opportunità anche per le start-up verdi e le grandi aziende che cercano di rendere più ecologiche le loro catene di produzione senza dipendere dai fornitori asiatici.
Cosa dicono gli esperti
Gli analisti industriali accolgono con favore questa scoperta. Per molti, si tratta “dell’inizio di una rinascita mineraria europea”. Se la Norvegia confermerà il suo potenziale, potrebbe diventare un fornitore strategico dell’UE, insieme alla Svezia e, potenzialmente, alla Groenlandia.
Alcuni esperti chiedono addirittura la creazione di un consorzio europeo incaricato di strutturare una filiera integrata delle terre rare, dall’esplorazione al riciclaggio.
Una corsa contro il tempo geopolitico
Dietro la geologia, infatti, si nasconde una vera e propria battaglia di influenza. Mentre la Cina limita talvolta l’esportazione di alcuni minerali per motivi diplomatici, l’Europa vuole garantire i propri interessi.
Questo giacimento norvegese potrebbe diventare un pilastro dell’autonomia strategica europea, un concetto al centro del dibattito dopo la crisi COVID-19.
Da ricordare
- Un giacimento di 8,9 milioni di tonnellate di terre rare è stato appena confermato a Fensfeltet, in Norvegia.
- Si tratta del più importante giacimento scoperto finora in Europa.
- Questa scoperta potrebbe ridurre notevolmente la dipendenza dell’UE dalla Cina.
- Restano da affrontare importanti sfide ambientali per garantire uno sfruttamento sostenibile.
- Questo giacimento apre nuove prospettive economiche, industriali e geopolitiche.